La mia vita con i terrier e la scoperta dei Glen of Imaal Terrier

Da sempre sono stata attratta dai terrier.
Trent’anni fa e più ho avuto due femmine fox-terrier, poi quando mio figlio era neonato una Airedale.
Nel tempo ho avuto altri fox, welsh e jagdterrier.
Tutt’ora ho Piccola Jo, una fox terrier di 10 anni.
Per caso, tre anni fa ho conosciuto Gabriela e suo marito con le loro Irish Glen of Imaal Terrier.
Mi hanno subito colpito per il carattere forte, deciso ma anche dolce e per l’aspetto così “primitivo”, da vero, rustico cane popolano.
Così due anni e mezzo fa è arrivato Cairdiulacht Einri MacTarbh detto Tabby, un piccolo cespuglio grigio ferro.
E mi ha immediatamente conquistato!
Chi non ha mai guardato bene un terrier non può capire che la più grande differenza fra questa tipologia di cani e gli altri sta negli occhi.
Non che le altre razze non siano espressive, non sto dicendo questo, ma un vero terrier esprime in un attimo fierezza, dolcezza, una certa malinconia come se ricordasse qualcosa che noi abbiamo quasi del tutto scordato, il tutto condito da un lampo di furbizia.
Un vero terrier può essere di miele con anziani e bambini, deciso con persone di carattere, indomabile con i presuntuosi, sprezzante con i poveri di spirito e una vera macchina da guerra inarrestabile se deve difendere il suo umano leader.
Non parliamo poi di come può diventare davanti a un suo simile che osi sfidarlo!
Tabby inoltre, come quelli della sua razza, ha una grande virtù: sa aspettare.
Capace di aspettarmi per ore, muto, immobile, fissando il punto dove lui immagina che io apparirò.
Nella sua strana forma esprime una velocità inaspettata e se ne ha l’occasione è in grado di imparare qualunque cosa, sia gioco o lavoro.
E’ un vero gentilcane con disabili, anziani, bambini con problemi.
Con la potenza del suo morso potrebbe staccare un dito, eppure gentilmente dà affettuose leccatine a persone allettate e attaccate a macchinari ospedalieri.
Oppure lava gli occhiali di un portatore di handicap che gli si siede accanto.
Quando sa di essere “sul posto di lavoro” entra immediatamente nel ruolo, non guarda neppure gli altri cani della squadra e quando anche il più forte di questi dice “basta” lui, vero terrier, non molla fino a quando non glielo si dice. Allora fa il matto, tira il guinzaglio come un cinghiale per balzare nel suo trasportino in auto.
Lì si affloscia come un palloncino e ronfa fino a casa.
Non adora essere strippato, lo accetta, a volte scopre i terribili canini. Ma io so che è un bluff, gli avvicino la faccia e lui mi lecca.
I Glen vanno scoperti piano piano.
Sono cani non passati per manipolazioni genetiche finalizzate alla bellezza, alla ricerca esasperata di un ipertipo, sono com’erano in origine: potenti cacciatori, onesti lavoratori, compagni dei contadini.
Tuttavia, devo dire, nella mia esperienza, che in generale anche le razze terrier più “di moda” si sono mantenute “sane” di testa e di corpo. Un esempio per tutti: se Piccola Jo vede una vespa la uccide con rapidi colpi di zampa senza farsi pungere invece di fare come certi cani che la prenderebbero in bocca con serie conseguenze.
Oppure, quando Miska, la mia jagd ha partorito (ed era primipara) non ha avuto problemi; i suoi cuccioli erano sempre puliti, pasciuti e addirittura in fila, li ha svezzati lei e li ha educati perfettamente.
I terrier e i Glen in particolare non sono cani per tutti.
Hanno bisogno di fermezza, di essere coinvolti, di affetto. Guai a lasciarsi prendere la mano.
Se correttamente interpretati rivelano infinite sfaccettature, insospettabili in cani dall’aspetto così rustico.
Lasciatevi conquistare da questi irlandesi di antica origine!
Molti cani magari morfologicamente più attraenti non potrebbero mai competere con questi pelosi elfi dal cuore impavido.

Grazie a te Gabriela che me li hai fatti conoscere!
Vi consiglio di visitare il sito di Gabriela: www.wienerwald-glens.at.

Nelle foto il nostro Tabby e i magnifici Glen di Gabriela…li vedete tutti insieme nella foto di gruppo e c’è la new entry, la piccola “color del grano” Finne-Failbhe 🥰